Hum. Non ricevo da giorni alcun messaggio di spam nella mia casella di posta principale.
Si è forse estinta?
O è la classica quiete prima della tempesta?
Ecco cosa ho scoperto di nuovo subversion (SVN):
svn cp trunk branches/nome_branch
prima di tutto entrare nella cartella del branch (cd branches/nome_branch), poi scopriamo la revisione alla quale è stato creato:
svn log --stop-on-copy
e segnamoci la revisione XXXX.
Spostiamoci nel trunk e uniamo:
svn merge -rXXXX:HEAD ../branches/nome_branch
…in modo che SVN (e per esempio client come rapidSVN) non li tenga in considerazione:
svn propset svn:ignore nomefile .
svn up
Caso 1: voglio tenere la versione nel repository ed ignorare le modifiche locali:
svn revert nomefile
Caso 2: ho una situazione più complessa e devo agire a mano:
Modificare il file che creava conflitto, unendo le modifiche e decidendo manualmente come comportarsi, ed eliminando i caratteri strani (es. >>>>>>>) che mette SVN, salvare, e:
svn resolved nomefile
Infine, in entrambi i casi:
svn ci -m "Effettuata la modifica"
Mi sono accorto che sul mio blog da una settimana circa non venivano più visualizzati i messaggi pubblicitari forniti da AdSense, e addirittura sotto IE compariva al loro posto un iframe contenente l’errore 400: Bad request.
Dopo aver imparato un antico dialetto chichewa, ed averlo messo in pratica bestemmiando in tal lingua, ho scoperto che il plugin Adsense Manager si era sconfigurato da una settimana: aveva perso l’impostazione dell’Account ID (l’ho notato analizzando il sorgente HTML della pagina)
Se non sapete di cosa sto parlando, è un codice numerico di un po’ di cifre, per scoprirlo:
Andate su https://www.google.com/adsense/ e loggatevi, apparirà in alto a destra, dopo “pub-“:
ID publisher: pub-124531265341523
Per ripristinarlo, andare su Gestione -> Adsense Units -> Edit Network -> reinserire il proprio Account ID.
Ebbene, oggi ecco che Polpoino Droidi raggiunge le 10.000 (quanti zeri!) visite.
Sono su piattaforma WordPress dal 10/12/2007, quindi sono passati 5 mesi e mezzo.
Ringrazio di cuore tutti quelli che sono passati, ed hanno lasciato il loro contributo, sempre apprezzato, su queste pagine virtuali.
L’impennata di visite l’ho avuta grazie ai plugin per WordPress che ho sviluppato, quindi il mio grazie va anche a questa efficiente piattaforma di Blogging.
Grazie a tutti.
Mi sono appena accorto che la Favicon di Google è cambiata:
Che ne pensate? Quella nuova è una png che supporta quindi la trasparenza, e sembra integrarsi molto meglio nell’ottimo Firefox 3.
La vecchia in effetti era piuttosto old-style… Che questa lettera minuscola lanci un nuovo stile sul web?
Il mio blog sarà pd.
Che per gli affezionati ha anche un altro e ben noto significato.
Update 16/06/11: aggiornata la guida per Natty Narwhal
Il W3C Validator è un programma che consente di controllare se il codice (X)HTML delle proprie pagine è valido e rispetta gli standard. Nasce come servizio web gratuito, ma può risultar comodo e molto più rapido installarlo sulla propria macchina per utilizzarlo in locale (magari offline), o all’interno della propria LAN.
Ubuntu Linux contiene all’interno dei propri repository il pacchetto w3c-markup-validator, ma purtroppo è una versione decisamente vecchia, la 0.7.4 (su Lucid Lynx), mentre l’attuale 1.0 è molto più piacevole esteticamente, e funziona molto bene.
Ecco quindi un tutorial per installarlo sulla nostra Ubuntu box.
Installiamo le dipendenze, aprendo un terminale e dando:
sudo apt-get install opensp libosp-dev libapache2-mod-perl2 mercurial apache2 libjson-perl libxml-libxml-perl
Scarichiamo i sorgenti dal repository di sviluppo Mercurial:
hg clone http://dvcs.w3.org/hg/markup-validator/
Ora installiamo i moduli di Perl richiesti:
sudo perl -MCPAN -e "install Bundle::W3C::Validator"
Partirà una configurazione, armatevi di pazienza, date sempre invio, eccetto quando chiede continente e nazione (utilizzati per utilizzare i server più vicini). Quando avrà finito, perl si chiuderà automaticamente, mostrandovi il prompt.
cd markup-validator sudo mkdir -p /usr/local/validator sudo cp -R htdocs httpd/cgi-bin share /usr/local/validator/ sed "s/w3c-validator/validator/" httpd/conf/httpd.conf > validator.conf sudo mv validator.conf /etc/apache2/conf.d/ sudo mkdir -p /etc/w3c sudo cp /usr/local/validator/htdocs/config/* /etc/w3c/
Ora dobbiamo modificare la configurazione per permettere al validatore di validare anche pagine locali (non solo sul web):
sudo gedit /etc/w3c/validator.conf
Andiamo a riga 57, e modifichiamo la riga così:
Allow Private IPs = yes
Salviamo e chiudiamo gedit.
UPDATE: con il mod_perl2 abilitato in Apache, sembra che ci sia un bug che non permette di parsare gli url. La soluzione è disabilitarlo con il questo procedimento:
Modifichiamo il file di configurazione del validator per Apache:
sudo gedit /etc/apache2/conf.d/validator.conf
Commentiamo attorno a riga 38 tutto questo (mettendo un # all’inizio di ogni riga):
<IfDefine MODPERL2> # Note: this affects the whole server, not just the validator. PerlSwitches -T </IfDefine>
e anche attorno a riga 46, tutto questo:
<IfDefine MODPERL2> SetHandler perl-script PerlResponseHandler ModPerl::Registry PerlOptions +ParseHeaders </IfDefine>
Salviamo e chiudiamo gedit.
Torniamo al nostro terminale:
sudo a2enmod expires sudo a2enmod include sudo a2enmod proxy
Riavviamo il webserver apache:
sudo apache2ctl graceful
Ecco il nostro validator ora disponibile all’indirizzo http://localhost/validator/ .
Se volete mettere in piedi un server ma siete dietro ad un router che vi natta (ovvero maschera tutti gli apparati della tua rete, che appariranno all’esterno con un unico indirizzo IP), potreste aver bisogno di verificare se dall’esterno il vostro server è raggiungibile.
In questo modo potete controllare se avete configurato correttamente il port forwarding sul vostro router.
Ho trovato un comodo servizio per far questo:
https://www.grc.com/x/portprobe=80
Sostituite 80 (ovvero la porta HTTP) con il numero della porta TCP che volete verificare, e il servizio dirà se la porta è aperta oppure no.
La SitePoint permetterà per i prossimi 30 giorni di scaricare gratuitamente l’ottimo e-book “The Photoshop Anthology: 101 Web Design Tips, Tricks & Techniques“, 278 pagine in formato pdf, che di solito costerebbe 29,95$.
Lo potete scaricare gratuitamente nella versione ad alta risoluzione (64MB), o in quella a bassa risoluzione (23MB).
UPDATE: periodo di download terminato, spero ne abbiate usufruito! 🙂
Per mostrare il vostro apprezzamento, vi consiglio andare sul sito del loro sponsor, mi sembra il minimo da fare, visto che è tutto gratis (anche un vostro click lo è!).
Il modem in questione (con chipset Conexant) funziona sotto Ubuntu Hardy, oltretutto è lo stesso (mi sembra) del mio portatile, ora in assistenza, quindi ci sono buone possibilità che funzioni.
Avevo avuto grossi problemi nel cercare di farlo funzionare sotto Gutsy.
I driver sono i Linuxant (che sarebbero a pagamento ma Dell li mette a disposizione in versione OEM, comunque senza il limite dei 14kb/s) per Ubuntu a 32bit, e li potete trovare sul sito della Dell.
Per altre architetture potete scegliere quello che più vi si addice.
Now you can download the smilies theme that I use on this WordPress Blog.
The icons come from Pidgin, the great instant messaging software.
Installation
Potete finalmente scaricare il pacchetto di smilies che utilizzo in questo blog su WordPress.
Le icone sono quelle di default nell’ottimo programma di messaggistica istantanea Pidgin, che consiglio a tutti.
Installazione:
You can also download the whole set of icons that come with pidgin. Please vote for the ones you like most (through the comments in this post), and the ones you dislike.
Metto anche a disposizione l’archivio completo di tutte le icone di pidgin: siete caldamente invitati a votare (attraverso i commenti di questo post) per quelle che preferite, e segnalare quelle che non vi piacciono.